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Canone 28 giorni: come ottenere i rimborsi

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rimborso canone 28 giorni
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Canone 28 giorni: tutti gli utenti di servizi telefonici di rete fissa, attivi da prima del 31 marzo 2018, con la manovra messa in campo dalle compagnie telefoniche hanno avuto addebitato il canone ogni 28 giorni, pagando praticamente per 13 mesi all’anno invece che per 12.  La delibera AGCom n. 269/18/CONS ha imposto alle compagnie di rimborsare i costi relativi ai giorni di servizio in più che la manovra ha prodotto. I clienti TIM possono ottenerlo già da fine 2019 contattando l’assistenza Clienti o accedendo all’Area WEB MyTIM. La possibilità di chiedere il rimborso viene naturalmente riconosciuta anche a chi non è più cliente TIM, ma lo era al momento della manovra, dal 23 giugno 2017 al 5 aprile 2018. 

E qui cominciano le dolenti note: non tutti I gestori hanno semplificato la procedura di rimborso ai propri clienti. Districarsi e trovare notizie può diventare molto difficile.  È allora opportuno ricordare brevemente diritti e strumenti messi a disposizione dei clienti delle compagnie telefoniche in Italia (ma il panorama è analogo anche per le compagnie fornitrici di energia). L’utente che non riesce a risolvere il problema insorto con il proprio fornitore, può avviare la procedura prevista dal nuovo Regolamento delibera n. 203/18/CONS. Prima di agire in giudizio infatti ha l’obbligo di fare un tentativo di conciliazione dinanzi ai Co.re.com, per  trovare una soluzione amichevole, tramite la nuova piattaforma online Conciliaweb, o con la partecipazione delle associazioni dei consumatori. In caso di fallimento di tale tentativo può rivolgersi alla giurisdizione ordinaria assistito dal proprio legale o dalla associazione.
Contestualmente o nel corso di tali procedure, l’utente può chiedere ai Co.re.com l’adozione di provvedimenti temporanei che possano garantire la continuità del servizio, o far cessare forme di abuso da parte dell’operatore, fino al termine delle procedure avviate. Vedi anche l’articolo sulla liberalizzazione dei modem, per la quale il TAR ha sentenziato la possibilità di sostituire quello fornito obbligatoriamente dall’operatore senza completare il pagamento delle rate.

Per il settore energia invece va richiesta quest’anno (poi andrà in prescrizione) il rimborso delle accise provinciali sull’energia elettrica pagate per il biennio 2010-2011. Tali accise sono state dichiarate illegittime prima con un’indicazione UE, poi con sentenza della Corte di Cassazione del 23 ottobre 2019, n. 27099. Per la singola provincia l’aliquota pagata variava tra 0,0093 €/kWh e 0,0114 €/kWh fino allo scaglione di consumo mensile di 200.000 kWh. Pertanto un’azienda può aver pagato anche più di 2.000€ al mese. Per il rimborso di quanto indebitamente pagato si deve agire nei confronti del fornitore nel termine di 10 anni dal pagamento.

Per chiarimenti relativi all’esercizio dei tuoi diritti o all’interpretazione delle disposizioni vigenti in merito puoi chiamarci al numero verde 800-593-299, visitare la pagina contatti oppure compilare il form che segue!








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